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Intelligenza artificiale, relazione al Club di Nicola Abbate. 25 febbraio 2020

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Un vero tuffo nel futuro ci ha fatto fare la relazione del nostro caro amico Nicola Abbate, responsabile dei sistemi informativi del Distretto fin dal lontano 2004. Nicola è nato a Bari nel 1969, è sposato e ha due bambini piccoli. E’ un informatico specializzato, titolare della Abba Solutions,  è stato Presidente del Rotary Club Bari Mediterraneo nel 2009/10 e Assistente del Governatore l'anno scorso. Egli vanta ben 9 Paul Harris, 7 dal Distretto e due dal suoClub, ottenute con un piccolo record: in 10 anni e all’età di 40 anni!

L'impostazione iniziale della sua relazione è stata fatta con una citazione di Paul Harris: “Il Rotary non si ferma,non si può fermare, perché ilnostro è un mondo che cambia e noi dobbiamo cambiare con esso”. Ma cos'è esattamente l'intelligenza artificiale? E perché acquista sempre più importanza? Perché dobbiamo elaborare informazioni che aumentano a ritmo esponenziale, informazioni non più create, come 20 anni fa, da grandi gruppi,  da banche o industrie, ma da ognuno di noi. Si tratta d’informazioni e dati non strutturati, cioè non ordinati, come ad esempio in un foglio excel (colonna riga) ma sono immagini video audio, libri, pubblicazioni. Quindi, se non utilizziamo tecniche di intelligenza artificiale non possiamo elaborarli, tenendo presente che i dati di cui parliamo riguardano, a 360°, qualsiasi aspetto della nostra vita: impostazioni medicali, come le tac, il crollo del ponte Morandi e la scoperta di nuovi antibiotici, solo per fare qualche esempio.  L’intelligenza artificiale, in realtà è una nostra creazione, tramite la quale possiamo attingere a risultati che altrimenti resterebbero al di fuori della nostra portata. Giusto per fare qualche esempio ricordiamo il duello tra un uomo e una macchina è 11 maggio 1997. Garry Kasparov, campione mondiale di scacchi, affronta Deep Blu. e si vede costretto ad abbandonare la partita. 20 anni dopo, nel marzo del 2016 LeeSedol, numero tre nel mondo nel gioco del Go, affronta AlfaGO intelligenza artificiale sviluppata da Google. A differenza degli scacchi, le 361 caselle del tavoliere del GO danno origine a troppe combinazioni per consentire alla macchina di calcolare tutte le mosse possibili. Ma, questa volta, oltre alle capacità di calcolo i progettisti di AlfaGo sono riusciti a dare al programma delle facoltà di apprendimento. La macchina man mano che gioca impara e migliora. Risultato: su 5 partite giocate,AlfaGo ne vince quattro. In modo analogo, nel campo del poker, l'algoritmo Libratus, utilizzando la propria capacità di apprendere, a un certo punto riuscì a…. bluffare! In sostanza, si verifica che i programmatori scrivono programmi che diventano più abili di loro! Ad esempio in Facebook è stato messo a punto un programma di riconoscimento d’immagini, tramite il quale gli algoritmi possono conoscere, in una frazione di secondo, i centri d’interesse degli utenti e proporre loro contenuti che corrispondano a tali interessi. Si parla quindi di programmi di “deep learning” (conoscenza approfondita) tramite i quali le macchine possono riconoscere profili o forme, quindi anche i volti delle persone. Questi programmi sono tutti in possesso di grandi multinazionali, come Google Apple Facebook, che sono quindi i primi nel campo della intelligenza artificiale. Anche IBM ha  realizzato un  programma di I. A. chiamato Watson, inizialmente per uno scopo ludico, cioè giocare ad un gioco televisivo chiamato Jeopardy, in cui si deve risalire alla domanda conoscendo la risposta. Il programma si dimostrò in grado  di giocare e vincere, perché in grado di assorbire un'enorme quantità di dati. Dopodiché, IBM utilizzò Watson in campo medico per diagnosticare il cancro, con l’obiettivo di arrivarci meglio e più rapidamente di un medico. Watson ha imparato ad analizzare le radiografie, i risultati delle tac, degli esami del sangue e a riconoscere i sintomi caratteristici di ogni tumore. Si è giunti così a diagnosi più affidabili, cure più efficaci e medicine  più sicure.

 

 Esistono ora dispositivi in grado di “leggere” qual è la lettera a cui una persona sta pensando… in maniera lenta, lettera per lettera, ma in un futuro sarà possibile scrivere quello che si pensa.  Da ciò si deduce un altro ambito di applicazione, quello nel campo della psichiatria: qui è stato sviluppato un sistema che si chiama “multisense”: i programmatori, insieme ai medici, hanno insegnato all’I.A. i sintomi caratteristici di patologie quali depressione, disturbo da stress post traumatico o  schizofrenia.Ci sono indicatori di comportamento che multisense rileva automaticamente, come il sorriso, la direzione dello sguardo e altri parametri, utili per diagnosticare la depressione.

Altre utilissime applicazioni dell'intelligenza artificiale sono degli algoritmi che possono descrivere verbalmente un oggetto a una persona cieca, che può così orientarsi nelle scelte. Nel campo dell'automotive, l'obiettivo è quello di ottenere automobili che siano in grado di venirci a prendere a casa e di muoversi nel traffico autonomamente.  Nei due anni di test, Google ha avuto circa 15 incidenti e nel 100% di questi casi, l’incidente era dovuto ad un guidatore umano. Le auto a guida automatica non si stancano, non bevono, sono sempre attente e non guardano il telefonino.

L’Intelligenza Artificiale porterà ad una rivoluzione industriale, che sconvolgerà il mercato del lavoro: ciò che non sappiamo è la velocità con la quale il cambiamento si produrrà, ma sarà sicuramente più veloce delle rivoluzioni precedenti.C’è una forte preoccupazione su cosa succederà al lavoro. quando anche le capacità creative saranno meccanizzate. Il problema, ovviamente, è molto complesso: sono scomparsi molti mestieri e ne scompariranno molti altri. Dobbiamo affrontare un’importante sfida, che è quella di garantire dignità alle persone e garantire loro che saranno parte del futuro, che non saranno escluse o emarginate. Controllare questi programmi che invaderanno la nostra vita è la grande sfida della nostra era, anche perché tutto questo solleva delle questioni filosofiche serie, sulle quali dobbiamo incominciare a riflettere.Fin qui la relazione interessantissima di Nicola. Ci sono poi stati diversi interventi, tesi a focalizzare alcuni aspetti tra quelli citati. Ad esempio, il problema della responsabilità e del margine di errore che potrebbe avere l'intelligenza artificiale, senza mai dimenticare che le macchine non hanno emozioni. Da qui scaturisce il problema, sollevato da Sabino Chincoli, della “governance” delle macchine, in un certo senso l’antica domanda: “quiscustodietipsoscustodes”? Sabino Giuliano ha anche sollevato il problema della responsabilità in caso di incidente e Giuseppe Papagno quello dell’empatia. non solo delle macchine, ma di chi le usa, sottolineando il fatto che, al giorno d'oggi, i giovani sembrano sempre meno empatici, occupati come sono con le chat e lo scambio d’informazioni tramite cellulari. Collegandosi a questo concetto, Angela Tannoia ha individuato il problema dei docenti nel fatto che non possono più trasmettere dati, bensì devono trasmettere emozioni. La sintesi finale della relazione mi pare possa essere il fatto che la tecnologia dobbiamo usarla, cercando di evitare di essere “usati” e senza mai dimenticare che la razionalità può guidarci, ma solo i sentimenti possono veramente rivelare la nostra umanità. E proprio in questo il Rotary potrebbe avere, in futuro,  un ruolo determinante.

Achille Cusani  27 febbraio 2020

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