Serata Rotary del 3 dicembre’19. Relazione del Prof. Franco Silvestris

Pubblicato in Il Club

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La relazione svolta dal Prof. Silvestris al nostro Club, dal titolo “Innovazioni in oncologia, la medicina di precisione” ci ha aggiornato sugli ultimi sviluppi della lotta contro il cancro. Il Prof. Franco Silvestris vanta un curriculum molto ampio: nato nel 1949, si laurea con il massimo dei voti in Medicina e chirurgia nel 1974 all'università di Bari, specializzandosi in oncologia. Ha poi passato quattro anni dal 1982 dell'università di Albuquerque nel New Messico per poi diventare nel 1992 Professore Associato all'Università di Bari. Dopo altri due anni negli Stati Uniti fu nominato nel 1999 Professore Ordinario di Medicina Interna, sempre presso la Facoltà di medicina e Chirurgia dell’Università di Bari. Egli è attualmente il Direttore Responsabile del reparto di Oncologia medica universitaria all'Ospedale Policlinico di Bari

Il Professore ha iniziato facendo un rapido inquadramento della situazione oncologica, che vede attualmente un miglioramento della sopravvivenza dei malati a 7 anni. L'implementazione della medicina di precisione fu iniziata negli Stati Uniti con il progetto Obama su tale approccio medico. Non va però dimenticato che all'origine di ciò vi fu il Professor Dulbecco che ha sequenziato il genoma, riuscendo a individuare la possibilità di un attacco genetico al cancro fin dal 1985. A quell'epoca la chemioterapia veniva utilizzata come arma principale di lotta, ma bisogna tener conto che il difetto principale di questa arma è un effetto di inibizione che va purtroppo a colpire tutte le cellule e non solo quelle cancerogene. Invece, ora possiamo intervenire sui geni e tenendo presente che il tumore è dovuto a una cellula deregolata, si parla di “Target Therapy” con la farmacogenomica, tramite la quale ogni tumore è studiato da un punto di vista genomico e di conseguenza gestito direttamente a seconda del paziente. In futuro, le cure saranno mirate per ogni tumore e l’immunoterapia andrà a sostituire completamente la chemioterapia. In sostanza, il tumore sarà curato dal sistema immunitario del paziente. Per ottenere ciò, bisogna fare in modo che il sistema immunitario riconosca il tumore come estraneo. In termini tecnici, si può dire che esistono dei “tumori freddi” che non stimolano il sistema immunitario e i così detti “tumori caldi” che stimolano invece il sistema unitario. La biopsia liquida è una tecnica sviluppata a Bari che isola nel sangue e in altri liquidi del corpo, i residui del tumore, così le cellule tumorali circolanti vengono catturate e si recuperano le informazioni sul tumore stesso. Questa tecnica è stata inventata dal Prof. Massimo Cristofanilli, che lavora in USA: isolando le cellule, possiamo sequenziare il genoma e costruire la terapia personalizzata che però funziona solo per alcuni pazienti.

 

Le cellule tumorali circolanti sono marcatori dell'andamento del tumore e le informazioni che ne deriviamoci permettono di fare una diagnosi, controllare l'andamento post chirurgico, controllare la risposta terapeutica e fare il follow-up di tutto questo. La biopsia liquida può servire per diagnosi molto precoci, perché l’attacco del tumore si vede ben prima con questa tecnica che con altre. Purtroppo, i finanziamenti per queste ricerche mancano e benché sia stata messa a punto questa tecnica di diagnosi precoce ben cinque anni fa, in pratica non ci sono poi stati sviluppi e se ci fossero i finanziamenti sarebbe possibile intervenire anche nelle zone pugliesi più inquinate per la determinazione precoce della insorgenza del cancro. Inoltre, la biopsia liquida è utile anche nella prevenzione delle metastasi che si diffondono più o meno nel paziente per motivi genetici. Se si potessero ottenere i finanziamenti, si potrebbe andare nella direzione d’identificare le potenzialità metastatiche nei geni dei pazienti. Tutto ciò individua i vantaggi specifici della medicina di precisione, che però riguarda anche altri ambiti: ad esempio, con l'intelligenza artificiale si potrebbe studiare la morfologia delle cellule. In tal modo, un giorno i computer potranno fare le diagnosi. Va ribadito che la ricerca scientifica dispone di finanziamenti troppo scarsi (meno del 1% del PIL è dedicato alla ricerca) e ciononostante, i ricercatori italiani producono molti più risultati di tutti gli altri. La mancanza di finanziamenti provoca anche l'allontanamento dei migliori laureati.

In conclusione, non dobbiamo mai cessare d’impegnarci per sostenere la ricerca e approfondire queste tecniche estremamente interessanti che ci permetteranno di lottare sempre meglio contro la malattia del secolo. Dunque, il Prof. Silvestris ha invitato tutti a condividere le parole della famosa canzone “Imagine” di John Lennon: You may say I'm a dreamer, but I’m not the only one, potresti forse dire che sono un sognatore, ma non sono di certo il solo!!

E con questo auspicio, il Rotary ha davanti a se un cammino d’ulteriore impegno e dedizione!!!

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