Seminario di Istruzione dei Nuovi Soci

S.I.N.S.
Seminario di Istruzione dei Nuovi Soci
Si è tenuto a Trani il 22 marzo scorso nella Tenuta Donna Lavinia il Seminario di Istruzione dei Nuovi Soci organizzato dal Distretto 2120 in collaborazione con il Rotary Club di Trani. Accolti nella elegante cornice della tenuta i numerosi soci rotariani intervenuti hanno testimoniato con la loro partecipazione l’importanza dell’incontro di formazione-informazione dei nuovi soci e soprattutto del coinvolgimento e condivisione del percorso che i nuovi soci iniziano nel Rotary.
I lavori del Seminario sono stati aperti dal caloroso saluto di Elisabetta Papagni, Presidente del Rotary Club di Trani. Il Presidente del Club di Trani ha salutato il Governatore del Distretto 2120 Renato Cervini, l’Istruttore Distrettuale Titta De Tommasi, i relatori PDG Maria Rita Acciardi e PDG Giuseppe Viale, i Governatori emeriti Nicola Del Secolo, Domenico Lamastra, Riccardo Giorgino, Tommaso Berardi, Beppe Volpe, Sergio Di Gioia, Vito Casarano, Marco Torsello, Rocco Giuliani, il Governatore eletto Luigi Palombella, il Governatore nominato Mirella Guercia, il Governatore designato Luca Gallo. Ha salutato, poi, il Sindaco di Trani Avv. Luigi Riserbato, sempre vicino al Rotary Club di Trani, i graditi ospiti tutti soci del Rotary e in modo particolarmente affettuoso i nuovi soci, veri protagonisti del seminario, accolti da un caloroso applauso.  

Elisabetta Papagni, interpretando i sentimenti di tutti, ha rivolto un pensiero affettuoso e riconoscente al PDG Giulio Carlucci, scomparso da pochi giorni. Tutti i presenti si sono associati con un lungo applauso ed un minuto di raccoglimento.
Prima di passare il microfono il Presidente del Club di Trani ha ringraziato il Governatore Cervini per aver voluto tenere a Trani il Seminario d’istruzione per i nuovi soci, organizzato con il contributo entusiasta di tutti i soci ed in particolare dell’instancabile Prefetto del Club Giacomo Vania. Ha poi ribadito l’importanza del SINS come prima forma di accoglienza distrettuale dei nuovi soci che hanno così l’occasione di incontrarsi, conoscersi e continuare ad approfondire la formazione rotariana con relatori di altissima competenza. Ha quindi invitato il Sindaco di Trani a rivolgere un breve saluto.
Il Sindaco Riserbato, dopo aver rivolto a tutti i presenti il saluto della città, ha espresso vivo apprezzamento per il contributo fattivo dato dal Rotary e dalle sue iniziative, che sono state occasioni straordinarie di arricchimento personale ed istituzionale e che testimoniano la validità della risposta che l’associazionismo rotariano dà alla solitudine di questi anni.
Il Governatore Cervini dopo i saluti alle autorità rotariane e civili ed a tutti i soci i presenti ha voluto rivolgere un saluto particolare ai nuovi soci, che rappresentano il futuro dei nostri clubs.
I soci entrati per la prima volta nei clubs in questo anno rotariano sono ben 95, a conferma della ripresa dell’associazionismo nella nostra società e coerentemente anche del Rotary, una sorta di “terzo risorgimento” secondo Cervini. Il Governatore, richiamando anche nel suo motto l’attenzione e la necessità di dare “un futuro per i giovani” vuole tenere viva la speranza del futuro anche con i messaggi che tre persone straordinarie, significative nel panorama distrettuale, inter distrettuale e mondiale del Rotary, daranno ai nuovi ed in generale a tutti i soci.
Cede la parola all’Istruttore distrettuale PDG Titta De Tommasi, che tratta il tema: “Nuovi soci tra idealità e pregiudizi “.
Titta De Tommasi esordisce sottolineando la necessità del rinnovamento, ribadendo che “il vero patrimonio del Rotary non è costituito dalle risorse economiche, ma dalla forza propulsiva dei suoi soci, chiamati ad essere artefici delle idee e strumenti della loro realizzazione. Ma affinché l’azione dei soci sia efficace, essi devono essere informati e soprattutto formati. A tal proposito ricorda quanto sosteneva Clifford Dochterman P.I. 92-93 del Rotary International per il quale le idee rotariane sono i semi: essi hanno bisogno di un buon terreno per svilupparsi (i soci), ma principalmente di “cure e attenzioni” (verso i soci).
Il PDG Titta De Tommasi prosegue: “Cure e attenzioni a cominciare dalla fase iniziale, quella della cooptazione e dell’ingresso, perché è quello il momento formativo più importante, quello della condivisione delle grandi idealità alla base del nostro operare, senza equivoci, evitando forzati autocompiacimenti ma anche interpretazioni al limite della correttezza, così come il possibile cristallizzarsi di pregiudizi e/o di una solo parziale aderenza allo spirito e alla lettera delle nostre idealità.”
È fondamentale, per l’Istruttore distrettuale, la condivisione delle grandi idealità, perché il Rotary non è “una semplice associazione benefica, ma un’associazione che ha visto e vede nella capacità di operare dei suoi soci il mezzo per dare aiuto al più debole”. Per rendere concreto questo aiuto il Rotary ha bisogno di una forte radicazione sul territorio, superando le diversità di costumi, religioni, etnie con la sua capacità di integrare il locale con il globale, utilizzando la stessa lingua e coltivando gli stessi interessi. De Tommasi ripercorre le tappe fondamentali di diffusione del Rotary: dalla nascita del secondo club (S. Francisco 1908) a quella dei clubs di Winnipeg e Londra (1912) che sancirono l’internazionalità del Rotary. Ricorda anche la Convention di Portland (1911) in cui venne fissato il principio “He profits most, who serves best”, poi aggiornato nella Convention di Detroit (1950) nel più efficace “Service above self” ricorda anche la Convention di Edimburgo (1921) in cui si definì “Obiettivo del Rotary è la cultura della Pace”. L’istruttore distrettuale sottolinea con forza: “Non c’è possibilità di pace in un mondo che veda l’uno affianco all’altro la ricchezza e lo spreco dei pochi, contro la fame e la disperazione dei molti; non ci può essere pace in un mondo in cui c’è la consapevolezza che la fame, l’ignoranza, le malattie, non sono l’effetto di ineluttabili volontà superiori, ma il risultato di egoismi e di vecchie politiche e decisioni; non ci può essere pace nel mondo senza giustizia; non ci può essere pace nel mondo senza cultura.”
Richiama alla memoria il contributo dato dal Rotary sul piano culturale: dai concetti fondamentali sulla dignità dell’Uomo e sulla sua libertà, elaborati al Congresso di L’Avana (1940), divenuti poi elementi costitutivi della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (1948), ai principi rotariani posti alla base della fondazione dell’Unesco, al contributo fornito dai 49 rotariani nel corso dei lavori per la definizione della bozza delle Nazioni Unite. Nell’ottica dell’operare in comune anche le riunioni settimanali assumono il significato di dare senso ad una conoscenza reciproca tra i soci, attraverso cui dar luogo alle necessarie sinergie per realizzare i services. Rivolgendosi ai nuovi soci, l’Istruttore distrettuale sottolinea: “Cari amici nuovi Soci, care amiche nuove Socie, siate orgogliosi dell'appartenenza a questa grande Associazione, per quel che si è costruito nel passato, di cui oggi ciascuno di noi gode gli effetti; ma siatelo molto di più per il desiderio di corrispondere alle responsabilità che l’appartenenza vi procura; il Rotary è in movimento ed esso sarà quello che noi riusciremo a realizzare al di là di errori ed omissioni, che pure ci sono stati, ma che non hanno scalfito la forza delle nostre idealità e della nostra capacità di trasformare un sogno in realtà”.
De Tommasi ha chiuso il suo intervento dicendo: “È questo il Rotary che pensa, progetta, realizza e traccia la strada, cui dobbiamo fare riferimento e che dobbiamo contribuire a rendere sempre più vero ed efficace. E questo avverrà se noi, se ciascuno di noi lo vorrà”.
Il governatore Cervini ringrazia Titta De Tommasi per aver così compiutamente illustrato il pensiero rotariano e passa successivamente a presentare il PDG Giuseppe Viale, eletto nel Board of Directors del Rotary International per il biennio 2014/2016, illustrando il curriculum riportato nel riquadro. Giuseppe Viale – prosegue il Governatore Cervini - è conosciuto in tutto il mondo per essere uno dei più grandi studiosi di storia del Rotary. Questo ha fatto di lui un personaggio rilevante a livello mondiale. Il Governatore esprime a nome di tutti il ringraziamento a Giuseppe Viale per aver accettato di dare ai soci del Distretto 2120 il suo messaggio sul pensiero rotariano che sarà sicuramente un messaggio importantissimo per tutti con la sua relazione sul tema: “Agli albori del service nel Rotary”
Giuseppe Viale rivolgendosi ai tanti amici di antica data presenti, ma anche a quelli di più recente cooptazione, avvalendosi di immagini, che servono a contestualizzare il momento storico, si sofferma su alcuni aspetti che attengono al passato del Rotary e soprattutto alle radici ed ai valori fondanti che talvolta la retorica rotariana ha trascurato. Inizia il suo percorso partendo dall’unica opera conosciuta in Italia attraverso una traduzione abbastanza diffusa. Rotary

Rotary
Il volume “My road to Rotary” scritto da Paul Harris, volume dal quale è tratta la versione che la pubblicistica rotariana ha diffuso a livello mondiale negli ultimi decenni. Ma nell’intento dell’autore My road to Rotary è solo un’autobiografia, infatti nelle circa 320 pagine del testo soltanto 40 pagine circa sono dedicate al Rotary ed appena 11 righe alla fondazione del Rotary. Elementi sufficienti, tuttavia, per dare preziose indicazioni sulla situazione caotica esistente a Chicago a cavallo tra il 19° ed il 20° secolo. Il singolo avvertiva un forte sentimento di solitudine che si accentuava nelle giornate festive, quando si trovava da solo a dover passeggiare negli ampi parchi cittadini, come documentato dalle immagini che Viale mostra. Questo sentimento di solitudine veniva superato, come accadde allo stesso Paul Harris, quando ci si spostava nei piccoli sobborghi intorno a Chicago, dove tutti si conoscevano, si salutavano, dove si percepiva il contatto umano, il rapporto di amicizia. È su questa base che sorse il Rotary. L’opera, invece, scritta da Paul Harris nel 1935, interamente dedicata al Rotary è “This Rotarian Age”, che vedrà la sua diffusione nella traduzione italiana nel prossimo autunno. Paul Harris risale al 1870 e racconta la storia dell’evoluzione dell’ambiente e della società che portò alla costituzione del primo Rotary Club. Chicago che pochi decenni prima era un sobborgo, diventata intanto una città con trecentomila abitanti, in due giorni, nell’ottobre del 1870, fu completamente distrutta da un incendio. Paul Harris, ricorda nel suo libro, che Chicago mantenne, soprattutto quando si stava avviando la ricostruzione, molti dei caratteri dei borghi di pionieri, caratterizzati in primo luogo dal gioco d’azzardo. Al gioco d’azzardo si associavano i saloon con le connesse case di appuntamento. Il saloon era il club del povero, la sede nella quale ci si poteva confrontare, socializzare. Altro elemento che, secondo Paul Harris, caratterizzava questo tipo di società e la città rinascente era la “pollution”, cioè il disordine, la mancanza di elementari norme sociali igieniche. Lo stesso fiume che sfocia nel lago Michigan trasportava tutti i rifiuti di questa comunità in rapida evoluzione.
 In questa situazione - prosegue il racconto di Viale - lo svilupparsi di malattie e di febbri tifoidi erano un’inevitabile conseguenza.
Giuseppe Viale sottolinea: “La situazione fu superata per la partecipazione corale di un settore di società che seppe condizionare la comunità intera. Il fiume cosi contaminato fu deviato con imponenti opere idrauliche, furono avviate delle opere di urbanizzazione imponenti, improvvisamente la ricostruzione della città cambiò nelle sue caratteristiche e culminò con l’Esposizione Colombiana del 1893. Questo fu il culmine di una tumultuosa evoluzione, ma qualcosa non andò per il verso giusto; l’improvvisa crisi economica che investì gli Stati Uniti in quegli anni colpì particolarmente Chicago e, scrive Paul Harris, “L’ora zero di Chicago venne con la depressione che seguì la Fiera Mondiale. Le conseguenze furono tragiche. Nei quartieri operai il bisogno e l’angoscia albergavano ovunque. Le bufere che seppellivano la città sotto un manto di neve fornivano ai relitti umani una occupazione temporanea. Mesi di prigione – sono sempre parole di Paul Harris – erano benvenuti per sfuggire dalla fame. La delinquenza imperversava.”
Si era riprodotto in termini diversi, - osserva Viale – ma con la stessa valenza il fenomeno precedente e ancora una volta la parte costruttiva della società insorse forte della propria coscienza civica e della volontà rappresentata dall’antico motto di Chicago “Io voglio”. Scrive Paul Harris: “Non avrebbe potuto esserci tempo più opportuno dell’inizio del XX secolo per la nascita di un movimento quale è il Rotary …né città più adatta della virile, energica, paradossale Chicago per alimentarlo e per indicargli la direzione da seguire. “Le parole rappresentano molto bene l’intento del fondatore. È il secondo messaggio, che Paul Harris volle trasmettere e che rappresenta il cardine del Rotary.
Quindi il fatto che il primo club pur con le sue caratteristiche di utilitarismo svolgesse dei rapporti anche commerciali in una atmosfera di colleganza era già un progresso, anche se giudicato non sufficiente, perché scrive Paul Harris “Il Rotary non poteva rimanere chiuso in se stesso”. Paul Harris voleva che il club fosse utile alla comunità, alla collettività in generale. Nonostante la pubblicistica corrente sorrida – prosegue Viale –la prima azione di interesse pubblico fu la costruzione di una rete di vespasiani pubblici, ma l’azione non fu soltanto quella di installare gabbiotti di legno in giro per la città, ma soprattutto quella dell’organizzazione iniziale di un convegno che vide riunite tutte le autorità locali politiche amministrative della città, tutte le organizzazioni commerciali, bancarie della città per l’impostazione di un complesso di reti che portarono alla trasformazione della vita urbana e che fu la base per le realizzazioni posteriori anche delle grandi città europee. Quindi fu un evento, che in realtà portò il Rotary al centro dell’attenzione e soprattutto lo identificò quale promotore di progetti di interesse della comunità. Fu in quella occasione che il servizio divenne parte del Rotary, in questa operazione va identificata l’origine del servizio rotariano. Giuseppe Viale mostra un documento, scritto a mano da Paul Harris il 27 luglio 1908, con il quale Paul Harris chiedeva che lo Stato dell’Illinois riconoscesse l’unico Club esistente come istituzione dello Stato. Documento fondamentale, pressoché ignorato, che segna la svolta decisiva del nostro sodalizio ed il passaggio da una forma ad un’altra che è quella che tuttora ci caratterizza, cioè scopo fondamentale è la promozione degli interessi vitali della collettività di Chicago e la diffusione dello spirito di lealtà a fondamento dell’etica rotariana.  Svolta che viene ben sintetizzata dalla frase di un altro grande pioniere del Rotary. Il Rotary passa da “Self before service” a “Service before self”. Giuseppe Viale annota concludendo: “Questa frase definisce il passaggio dal “Self before service”, cioè io prima di fare altre cose, io prima di aiutare gli altri,  diventò “Service before self”, cioè interessarsi del bene, della salute della collettività, che mi esprime, prima ancora di interessarmi di me stesso. Non è un errore quel “before” invece dell’attuale “above”, è la dizione adottata da un pioniere, ma che io preferisco. Certo con la conclusione del documento che abbiamo visto insieme, nacque l’ispirazione che poi fu ripresa da altre associazioni di servizio oltre al Rotary. Grazie per avermi ascoltato.”
Un lungo applauso segue alla conclusione della relazione di Viale a sottolineare la totale, convinta condivisione delle fondamentali idealità rotariane espresse. Il Governatore ringraziando Viale considera straordinario avere avuto questo riferimento di storia del pensiero rotariano, di storia del service, auspicando che nell’attuale situazione, che evoca in qualche modo quella di Chicago possa esserci un nuovo Risorgimento, legato al fare le cose e ad essere esemplari, come rotariani sul piano evidenziato da Viale.
 Illinois
Illinois
Cervini passa poi a presentare Maria Rita Acciardi, un bravo architetto che ha svolto nella vita tanti ruoli sul piano professionale ed anche sul piano politico. Sottolinea gli aspetti carettistici del suo curriculum, riportato nel riquadro.
In linea con il titolo “Engage Rotary,change lives!” il DG Acciardi, dopo i saluti alle autorità rotariane, prende spunto dalla situazione in cui si trovava Chicago al momento della nascita del Rotary quando l’impatto con la situazione sociale del momento fece scaturire il senso della coscienza civica, che portò alla trasformazione del Rotary da utilitaristico a trascinatore verso azioni a favore della comunità.
Il DG Acciardi prosegue: “Quella Chicago mette assieme per me tre cose fondamentali: il primato dell’individuo, perché il Rotary certamente nasce avendo al centro questo riferimento ispiratore delle principali istituzioni sociali, politiche, organizzative, economiche dell’Europa, poi c’è l’etica del lavoro, che mette assieme integrità morale ed eccellenza professionale ed infine la libertà associativa. Quindi il Rotary si innesta in quel filone dell’associazionismo che tende alla teoria jeffersoniana dello Stato, cioè “più privato e meno Stato”, quindi noi abbiamo fortissima questa impronta; però il Rotary è stato bravissimo perché partendo dall’utilitarismo, dall’individualismo è riuscito a moderare, cioè a fare un individualismo capace di porsi come risolutore dei problemi della società.” Acciardi ha poi sottolineato i valori dell’associazionismo ed in particolare di quello rotariano che contrappone i propri forti valori etici alla mancanza di valori nell’attuale contesto sociale, dominato da un relativismo senza inquietudine, dalla dittatura del presente, in cui prevale l’esaltazione dell’effimero. La leadership valoriale dei rotariani di oggi è una leadership di servizio, di movimento, di progetto, diversa dalla leadership di governo, che ha perso il contatto con il bene comune, che non ha risposte per la nostra società. Per questo i rotariani devono rendere il Rotary un progetto non solo al passo con i tempi, ma anticipatore dei bisogni, collettore del sociale, che ha la capacità di interagire con le istituzioni, con gli altri enti, con le associazioni. “Questi nostri giovani – prosegue Acciardi – sono stati estromessi dalla “governance” di questo nostro paese. Il nostro è un paese gerontocratico, fermo, incapace di rinnovarsi. Li abbiamo rispediti in una seconda emigrazione intellettuale, pesante, che ha tolto alla nostra nazione le risorse più importanti, il lievito, il futuro. Questa è la vera povertà dell’Italia; non abbiamo capito che dovevamo investire in innovazione ricerca. Dovevamo aiutare i nostri giovani, invece li abbiamo spediti fuori. Non so se torneranno. Allora sta al Rotary che ha al centro la valorizzazione dei talenti, il merito, come vero fattore di scelta e non l’umiliante raccomandazione occuparsi dei giovani” Sottolinea con passione l’importanza dell’etica individuale e collettiva nell’azione rotariana ed invita ad aiutare l’Italia in questo momento di bisogno con il contributo di ciascun socio, facendo il proprio dovere, esaltando la professione, scegliendo dalla parte del giusto. Conclude dicendo: “Cari amici abbiamo molto da lavorare, dobbiamo impegnarci tanto. Ma il Rotary è una cosa straordinaria e se lo merita. Vi ringrazio”.
Renato Cervini ringrazia Maria Rita per il suo coinvolgente intervento poi cita uno per uno i giovani soci presenti al Seminario ringraziandoli per la loro attiva partecipazione alla vita del Rotary. Segue un dibattito interessante che ha visto la partecipazione di numerosi soci che hanno ripreso i temi dell’etica, della formazione dei nuovi soci, che deve essere curata soprattutto dal socio presentatore, ma anche del loro coinvolgimento da parte dei Presidenti dei clubs, della comunicazione e dell’immagine rotariana. Nelle conclusioni alle quali il Governatore Cervini ha invitato i tre relatori, Titta De Tommasi ha ribadito l’importanza del fare, dei service, che il Rotary realizza, Maria Rita Acciardi ha rimarcato la necessità di utilizzare al meglio le risorse economiche dei club, evitando di spendere soldi in una maniera sbagliata. Giuseppe Viale ha espresso il suo apprezzamento per la rivista distrettuale che ritiene un’eccellenza, perché esprime il dibattito, il contributo di idee, essenziale per la vitalità del Rotary. Il merito è sicuramente di Alfonso Forte, ma anche di tutti i Governatori del Distretto. Analogo apprezzamento Viale ha espresso per il Seminario.
Dopo la presentazione del nuovo sito del Distretto 2120 da parte di Nicola Abate, il Governatore Renato Cervini, concludendo i lavori del Seminario, ha sottolineato un aspetto importante relativo alla continuità del servizio rotariano nell’ambito del Distretto e ha ribadito la necessità di rifondare un rapporto con i giovani. Ha ringraziato il Club di Trani per la magnifica organizzazione ed ha rivolto un cordiale, commosso ringraziamento ai relatori ed a tutti i partecipanti.

 

NUNZIO DE VANNA

Stampa Email