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Rotary Club Trani - 58^ Festa della Scuola - 20 Settembre 2021

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La 58^ Edizione della “Festa della Scuola”, organizzata dal Rotary Club Trani nell’Auditorium dell’Istituto “Aldo Moro” a Trani, ha visto assegnare riconoscimenti a 23 studenti, segnalati dai Dirigenti delle Scuole di Andria, Barletta, Bisceglie, Corato e Trani, che hanno conseguito la votazione di 100/100 e lode agli esami di Maturità nello scorso anno.

Grazie alla cordialità e all’ospitalità del Dirigente Scolastico Prof. Michele Buonvino è stato istituito un servizio di accoglienza e controllo del Green pass che ha consentito che la manifestazione si svolgesse in serenità e sicurezza.

L’edizione appena conclusa ha avuto come filo conduttore il motto del Presidente Internazionale Shekhar Mehta “Servire per cambiare vite” e quello del Governatore del 2120° Distretto del Rotary Gianvito Giannelli “Ogni giorno ne vale la pena” ed infine quello del Presidente del Club Pasquale Vilella “Amici nel servire”. E’ proprio da questo che quest’anno il Presidente del Club Pasquale Vilella, è partito per rimodulare il format della manifestazione.

Il Rotary Club di Trani, infatti, ha premiato i ragazzi con un attestato ed un dono ricordo (un orologio per i ragazzi ed un bracciale per le ragazze) ma ha pensato a “cambiare la vita dei neodiplomati” offrendo loro un corso sulla Leadership. Un’innovazione che segna una svolta in questo evento, ormai “storico” per il Rotary e per la comunità. Il corso di formazione, della durata di tre giorni e dal titolo “Essere Leader: le competenze per guidare se stessi e gli altri” sarà tenuto dal Dott. Salvatore Nardò, rotariano, formatore e coach professionista. Infine, i corsisti più motivati saranno candidati a partecipare, nel mese di marzo 2022, al R.Y.L.A. (Rotary Youth Leadership Awards) organizzato dal Distretto 2120 del Rotary International grazie alle Borse di Studio offerte dal Rotary di Trani e da alcuni soci del Club. Al centro dell’evento, una relazione sul tema “La postmodernità tra valore reale e valore percepito” tenuta dal Chiar.mo Prof. Francesco Giorgino, docente LUISS in Comunicazione e Marketing nonché Giornalista e Caporedattore centrale della redazione Interni del TG1. La serata si è svolta con lo stile tradizionale del Rotary International, che ha visto l'inizio segnato dal tocco della campana da parte del Presidente Pasquale Vilella, il quale, dopo gli inni tradizionali, ha passato la parola al Segretario del Club, Mario Fucci per i saluti tradizionali alle autorità presenti, rotariane, militari e civili. Sono seguiti due brevi indirizzi di saluto del Prof. Buonvino, Dirigente scolastico dell'Istituto Aldo Moro che ospitava la manifestazione e dell'Assessore alla Cultura del Comune di Corato, la Dott.ssa Bucci. E’ seguita poi l’applaudita e interessantissima relazione del professor Giorgino,  che ha sviluppato il tema come segue.

“Il prefisso post, chiaramente, indica uno stato di successione: pertanto, siamo usciti dalla modernità, ma in senso positivo o negativo? La maggior parte dei commentatori non si pronuncia in senso qualitativo, bensì nella direzione della diversità. Un commento che è stato fatto, riguarda l'antitesi tra macro-narrazione e micro-narrazione, nel senso che ci si concentra di più sugli eventi  più vicini a noi, lasciando sullo sfondo quanto avviene altrove. Altri, parlano di società liquida o addirittura di società gassosa, nel senso di una perdita di consistenza della società, basato su un individualismo libertario. Il punto è che i sociologi, attualmente, non studiano più le interrelazioni sociali bensì la desocializzazione.  C'è una differenza tra le società costruite avendo al centro una persona e quelle che hanno al centro l'individuo Che differenza c'è tra persona  e individuo? La persona è dedicata a realizzare se stessa, raffrontandosi agli altri, mentre  l'individuo è la persona ripiegata su se stessa: ciò origina una società nella quale, al contrario di quello che accadeva fino a qualche tempo fa, quando la libertà personale terminava dove iniziava la libertà degli altri, oggi siamo immersi nella libertà assoluta, senza limiti.

La leadership, quindi, va collegata a questo tipo di modello socio-culturale nel quale. attraverso i social, ognuno propone una verità che intende come irrefutabile. L'individuo occupa così degli spazi che non gli competono parlando a nome di gruppi o anche intere categorie, finendo per parlare di temi conosciuti molto superficialmente, come se proponesse verità assolute. Il risultato è che sono rese banali cose che sono davvero molte complesse. Di conseguenza, la società ipercomplessa viene trasformata in una società iperconnessa: si assiste al paradosso di una società bulimica di conoscenza, ma anoressica di contatto. Sono, pertanto, encomiabili le organizzazioni sociali come il Rotary, perché  si muovono in controtendenza, sostenendo la socialità e la cooperazione.

Va ora notato che, nella postmodernità, cambia il rapporto con lo spazio e con il tempo. La globalizzazione porta in primo piano l'azione a distanza e  l’erosione dei confini geografici, dando l’illusione di vivere in un mondo  senza confini, anche se viene posta attenzione anche al locale. Analogamente, il rapporto con il tempo è mutato perché oggi si vive solo nel presente. Sant'Agostino affermava che l'uomo è veramente completo solo se riesce a tenere insieme passato, presente e futuro: “né futuro né passato esistono. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell'animo e non li vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente, la visione, il presente del futuro, l'attesa”. Il passato, infatti, ci serve per costruire la memoria e quindi l'identità, in modo da essere riconosciuti e distinti. Il presente è la percezione di ciò che stiamo vivendo, mentre il futuro è la capacità progettuale.

Tutte le ricerche sociologiche attuali indicano, invece, l'importanza del presente nella società odierna, che non viene più vissuto come elemento di connessione tra il passato e il futuro, ma come un tempo “ a sé stante”, perciò l'essere umano rinuncia all'identità e alla tradizione e non riesce ad avere uno sguardo proiettato al futuro, alla costruzione. La conseguenza di questo è che si fa molta fatica a costruire una progettualità e questo riguarda, in particolare, le nuove generazioni, le quali, però, di questo non hanno colpa: si sono ritrovate in questo tipo di società, in quanto sono gli adulti che non hanno fornito certezze e prospettive. Da ciò emerge l'importanza della resilienza, che è la capacità di reagire a questo cambiamento di impostazione.

Un altro aspetto della modernità, sottolineato dagli studiosi, è che non c'è più un confine tra ciò che è sul palcoscenico e ciò che si trova dietro le quinte. In realtà, oggi gli spazi di retroscena non esistono più, perché sono esondati negli spazi di palcoscenico: non c'è più la differenza fra pubblico e privato, tutto è diventato pubblico, così che ogni elemento della nostra vita privata va a costruire un'immagine pubblica, sui social. Qui, va aperta una parentesi e va richiamata l’attenzione dei giovani a ciò che pubblicano sui social, perché, un domani, quando si troveranno a fare dei colloqui di lavoro, il capo del personale che farà l’intervista, avrà sicuramente preso conoscenza dei loro profili social. Valutiamo, ora, di questa postmodernità, il valore reale e il valore percepito.

La differenza tra valore reale e valore percepito è essenzialmente un concetto di marketing: vale per le aziende, per i prodotti, per le organizzazioni, ma anche per le persone, per gli uomini politici: chiunque si affacci ad un social, diventa un “brand”, cioè, soggetto a una differenza tra valore reale e valore percepito in quanto, nei social, viene rappresentata l'idea che abbiamo di noi. Alla fine. la percezione che gli altri hanno di noi è costituita da quello che pubblichiamo e qui andrebbe letto il libro di Erich Fromm, Avere o Essere, con la contrapposizione tra due modalità di vita, quella estetica e quella etica.

In ogni caso, in un confronto tra valore reale e valore percepito, possono darsi tre casi. Primo, il valore reale è superiore a quello percepito, che è la situazione più frequente, ma anche un bel problema,  perché non siamo nella condizione di far comprendere agli altri il nostro valore: esiste così una dicotomia tra valore in sostanza e valore trasmesso. Se ne deve dedurre che non riusciamo a “venderci”, non sappiamo conquistare l'attenzione degli altri e quindi non riusciamo a generare un processo di leadership.

Seconda opzione: valore percepito più alto del valore reale: qui abbiamo di fronte molti casi di persone e organizzazioni e aziende che hanno lavorato molto bene con la comunicazione, per proiettare un'immagine di se, migliore della loro sostanza. Quindi, da un punto di vista fenomenologico, sembrerebbero al top, mentre da un punto di vista ontologico, il livello è scarso. La terza opzione è ovviamente quella dell'equilibrio tra valore reale e valore percepito e ciò si ottiene con un bilanciamento tra conoscenze e competenze, cioè tra il sapere e il saper fare, due piani che si intrecciano nella vita di ciascuno di noi.  Per quanto mi riguarda personalmente, io la grande fortuna di studiare ciò che faccio e di fare ciò che studio e questo è un augurio che io faccio di cuore a tutti voi, di riuscire a tenere sempre i due piani assieme, perché la formazione continua non è uno slogan, è una necessità. La sete di conoscenza deve durare per tutta la vita, diventando, così, il presupposto della partecipazione. Ciò può avvenire tramite i propri valori individuali (“soft skills”), che contribuiscono a risolvere i problemi, essendo il problem solving una capacità fondamentale per poter lavorare in una organizzazione, svolgere un lavoro di gruppo. Da notare, che questo va in controtendenza rispetto alla società attuale, che è parcellizzata e rivolta alle micro-strutture. In sostanza, il modo per mantenere in equilibrio conoscenze e competenze è la leadership: il leader è colui che sa guidare ( non comandare, che è una cosa completamente diversa). Un eccellente esempio di questo, fu il generale dell'Aeronautica che chiese agli avieri, quindi alla base organizzativa, la loro idea di aereonautica, in sostanza, ponendosi nella posizione di non essere lui a dire che cosa c'era da fare, ma di farsi dire l'opinione di coloro che erano nella struttura su come la struttura stessa dovesse essere migliorata. Siamo qui di fronte al superamento della logica “top-down” che non viene completamente sostituita dal “bottom-up”, bensì integrata in una rete di relazione in cui ci si incontra a metà strada, dove si condivide: in sostanza, spunta fuori il concetto di servizio. Oggi, si usa molto il termine sostenibilità, ma dobbiamo capirci: una leadership sostenibile anche a livello micro, consiste, in realtà, nel proporre qualcosa che deve durare nel tempo, generando cultura. Il leader deve porsi nella posizione di cercare di prevenire i problemi, di condividere le proprie decisioni e prendere, prima di altri, dei percorsi, magari accidentati, che però comportano la partecipazione. 

Da notare che, se c'è un leader c'è anche un “follower” ed è importante che  costui non sia solo un tipo che mette un “like”, senza capire di che cosa si sta parlando, ma qualcuno che comprende e condivide un’impostazione. Tutto ciò ci avverte che non sempre la connessione, che adesso è così diffusa, genera comunicazione, perché, per ottenere comunicazione, ci deve essere condivisione, comprensione di significato: questo è uno dei pilastri intorno al quale andare a costruire il concetto di leadership.

In sintesi, l'equilibrio tra valore reale e valore percepito, che si sostanzia nella  leadership, porta al  rispetto. E questo ci richiama alla mente il precetto evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso”: non c'è leadership se non c'è rispetto nei confronti degli altri e quindi di se stessi”

Infine, si è svolta la festosa cerimonia della consegna dei premi agli studenti meritevoli. Una simpaticissima foto di gruppo finale ha concluso in letizia la serata.

In seguito si riportano i nominativi dei ragazzi con le rispettive scuole di provenienza

  • Pertoso Giulia – I.I.S.S. “R. Lotti – Umberto I” (R. Lotti) – Andria
  • Ferri Chiara – I.I.S.S. “R. Lotti – Umberto I” (I.T.A.) – Andria
  • Superbo Marika – I.I.S.S. “Giuseppe Colasanto” – Andria
  • Stea Giovanni – I.T.E.S. L.E.S: “Ettore Carafa” – Andria
  • Carlone Angelo – I.T.I.S. “Sen. Onofrio Jannuzzi” – Andria
  • Lorusso Mariapaola – Liceo Classico “Carlo Troya” – Andria
  • Tesse Alessandro – Liceo Scientifico “R. Nuzzi” – Andria
  • Sciannamea Valentina – I.I.S.S. “Nicola Garrone” – Barletta
  • Barile Daniele – I.I.S.S. “Cassandro – Fermi – Nervi” (Fermi) – Barletta
  • Paparella Francesca – I.I.S.S. “Cassandro – Fermi – Nervi” (Nervi) – Barletta
  • Tatò Maria Stefania – I.T.E. – Liceo Linguistico “Suore Salesiane dei Sacri Cuori” – Barletta
  • Lamonaca Valeria Pia – Liceo Classico “A. Casardi” – Barletta
  • Scardigno Andrea – Liceo Sciantifico “Cafiero” – Barletta
  • Maffei Valentina – I.T.E.S. “Giacinto Dell’Olio” – Bisceglie
  • Morgigno Bartolo – Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci£ - Bisceglie
  • Valenza Francesco Cecilio – I.I.S.S. “A. Oriani – L. Tandoi” (Oriani) Corato
  • Talarico Vincenzo - I.I.S.S. “A. Oriani – L. Tandoi” (Tandoi) Corato
  • Ferrante Francesco – I.T.E.S. “Padre A.M. Tannoia” – Corato
  • Balice Sarah – Liceo Artistico “Federico II Stupor Mundi” – Corato
  • Quatela Christian – I.I.S.S. “Sergio Cosmai” – Trani
  • Di Perna Gabriele – I.I.S.S. “Aldo Moro” – Trani
  • Lapegna Eleonora – Liceo Classico “Francesco De Sanctis” – Trani
  • Povia Dario Vincenzo – Liceo Scientifico “Valdemaro Vecchi” – Trani

Questo è il Rotary ha concluso il Presidente al termine della serata perché noi rotariani dobbiamo essere “amici nel servire” perché “ogni giorno ne vale la pena”.

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